I giudizi restano distanti anche sulle polemiche che hanno agitato le Comunità ebraiche italiane dopo la pubblicazione di un appello contro la pulizia etnica sottoscritto da una minoranza di dissidenti.
L’ebraismo è al tempo stesso una religione, una cultura e una nazione, ma in che misura questi aspetti possono coesistere senza entrare in conflitto?
Ebrei in guerra ha dunque molteplici significati; perché se è vero che Israele chiama gli ebrei a essere coinvolti nella sua guerra, altrettanto vero è che il dissenso interno dà luogo a lacerazioni profonde.
Un libro che si cimenta con le domande che tutti si pongono. Perché la vicenda millenaria degli ebrei resta centrale nel nuovo tempo di guerra, e dunque ci riguarda da vicino.
Il rabbino capo di Roma e un intellettuale ebreo dissidente si confrontano sulle divisioni che la guerra sta provocando all’interno del mondo ebraico e sul destino dello Stato di Israele.
“Siamo sull’orlo di una guerra civile e non si creda che una guerra civile sia impensabile fra gli ebrei.”
Con Feltrinelli ha curato, insieme a Laura Gnocchi, Noi, Partigiani. Memoriale della Resistenza italiana (2020) e Noi, ragazzi della libertà (2021) e ha pubblicato Operai (1988, 2010), Tu sei un bastardo. Contro l’abuso delle identità (2005), Scintille (2009), Concetta. Una storia operaia (2017), L’infedele (2020), Gaza. Odio e amore per Israele (2024) e, con Riccardo Di Segni, Ebrei in guerra. Dialogo tra un rabbino e un dissidente (2025).
