La presenza pervasiva e la forza attrattiva delle immagini nella nostra civiltà sono un dato evidente. Le immagini hanno un potere simbolico che assume tratti intriganti, ancora tutti da esplorare, e che travalica una funzione semplicemente rappresentativa: le immagini creano realtà. In fondo, era questa la posta in gioco dell’antico dibattito cristiano sulle immagini sacre, sostanzialmente rimosso dalla storia dell’arte. In quella diatriba, consumatasi a cavallo fra VIII e IX secolo, non si trattava solo delle liceità della rappresentazione di Cristo, ma della prerogativa propria delle immagini sacre (icone) di essere segno della sua presenza e, per questo, oggetto di venerazione. In quel terreno si rendeva necessario distinguere l’icona dall’idolo, aspramente interdetto dal divieto biblico. Il dibattito occidentale successivo opererà delle precisazioni teologiche che attribuiranno al sacramento il compito di mediare la presenza, ridimensionando la funzione dell’immagine e sottomettendola – più o meno – al regime della parola. Sacramento e parola sono allora i due termini con i quali argomentare il potere dell’immagine. Sono proprio questi elementi a ritornare in campo nel contesto della cosiddetta “cultura visuale”, dell’attuale imperativo estetico e del suo crescendo infomediale: ancora una volta, l’immagine sembra fagocitare il regime della parola e agire con l’efficacia tipica del sacramento. Come saggiarne le potenzialità e giudicarne le ambizioni?
Dialoga con l’autore: Fabio Cleto, professore di Letteratura inglese e Storia culturale all’Università di Bergamo
Giuliano Zanchi, prete di Bergamo dal 1993, licenziato in Teologia fondamentale presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, è direttore della «Rivista del Clero Italiano». A Bergamo è stato direttore del Museo Diocesano (2008-2019) e ora è direttore scientifico della Fondazione Adriano Bernareggi. Membro del comitato di redazione della rivista «Arte Cristiana», si occupa di temi ai confini tra estetica e teologia. Tra le sue pubblicazioni Lo spirito e le cose. Luoghi della liturgia (Vita e Pensiero, 2003), La forma della chiesa, (Qiqajon, 2005), Salomone e le formiche (Vita e Pensiero, 2010), Il Genio e i Lumi. Estetica teologica e umanesimo europeo in François René de Chateaubriand (Vita e Pensiero, 2011), Prove tecniche di manutenzione umana. Sul futuro del cristianesimo (Vita e Pensiero, 2012), L’arte di accendere la luce. Ripensare la chiesa pensando al mondo (Vita e Pensiero, 2015), Luoghi della grazia (San Paolo, 2018), Un amore inquieto. Potere delle immagini e storia cristiana (EDB, 2020), La bellezza complice. Cosmesi come forma del mondo (Vita e Pensiero, 2020), Qualcosa ci parla. Sussurri e grida tra una tempesta e l’altra (Messaggero, 2021), Icone dell’esilio. Immagini vive nell’epoca dell’Arte e della Ragione, (Vita e Pensiero, 2022).