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Data:
01/05/2024 14:45
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Luogo:
Spazio Incontri - Fiera dei Librai
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Autore:
Irene Foresti
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Casa Editrice:
Centro Studi Valle Imagna, 2024
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Evento per bambini:
NO
L’Italia dei soprannomi e degli sfottò ha dato letteralmente fondo alle proprie dispense quale fonte di ispirazione in tal senso, senza risparmiare neanche un ingrediente. Vari personaggi epitetati come Mangiamaccheroni, Mangiafoglie, Maiamìgole ecc. si rincorrono qua e là per la Penisola, ma ben prima delle peculiarità onomastiche dei singoli paesi o regioni spicca quella nazionale per eccellenza: la proverbiale divisione fra Polentoni e Terroni, i primi del Nord ed i secondi del Sud. In teoria. Infatti, pochi sanno che i primi consumatori per eccellenza di polenta, i quali peraltro si auto descrivevano proprio come tali (pultiphagi, ossia polentofagi), erano nientemeno che gli antichi Romani “de Roma”. Per loro il consumo della puls era motivo di orgoglio nazionale, un modo per distinguersi dai popoli considerati “altri”, fra cui per esempio i Greci. La polenta, del resto, è “nata” prima della scoperta del continente americano e dell’arrivo in Europa del mais. La si è sempre preparata con vari tipi di cereali, legumi e… anche con qualche ingrediente che oggi farebbe alzare il sopracciglio al consumatore medio. La polenta si poteva mangiare da sola oppure con qualunque altro tipo di condimento o pulmentarium (anche dolce!), un po’ come si è sempre fatto con il pane. Diversamente amata o odiata, sin dai tempi più remoti la polenta è diventata parte non secondaria di un fitto intreccio di aspetti quali l’antropologia, la geopolitica, la sociologia, la poesia, l’arte e, ovviamente, la cucina. La polenta, si ricordi, non solo di mais e non solo dell’Italia del Nord!
Con Irene Foresti autrice, Antonio Carminati direttore Centro Studi Valle Imagna
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